giovedì 22 gennaio 2015

Com’e difficile ragionare in termini quantitativi – meglio vivere di slogan


di Luigi Mariani



Veduta del Rizal Park di Manila alla celebrazione della messa di papa Francesco
Mi rendo conto che questo è un discorso difficile perché totalmente fuori dal politically correct. Tuttavia mi pare interessante affrontarlo perché offre una chiave di lettura da un angolo di visuale insolito alle difficoltà che come agronomi troviamo nel trasferire alla collettività una visione quantitativa e fondata sulle leggi della scienza nei campi della genetica, della nutrizione e protezione dei vegetali, ecc.


Il Corriere della Sera del 19 gennaio, con riferimento alla visita del Papa nelle Filippine, titolava in prima pagina “Sette milioni di fedeli sotto la pioggia” ed in 4° pagina a caratteri di scatola usciva con il titolo “7.000.000”; analoghi titoli su altre migliaia di quotidiani. Ecco, mi sono detto, sette milioni sono un’enormità (poco meno della popolazione dell’intera Lombardia) ed ho pertanto provato a documentarmi. Ho così facilmente reperito la foto sopra che indica l’area occupata dalla folla che seguiva la messa del Papa. Sono poi andato su Google Earth ed ho costatato che tale area era grossomodo di 1 km x 0.3 km il che fa’ 0.3 km2 ovvero 300 mila m2. E poiché su un m2 ci possono stare 3 persone in piedi, su 300.000 m2 ce ne stanno 900 mila e non 7 milioni.

Intendiamoci, ciò non toglie nulla al valore epocale della visita del Santo Padre nelle Filippine ma ci mostra all’opera (il che è più che mai interessante sul piano antropologico e sociologico) un artificio retorico fondato su dati falsi che tutti potrebbero verificare ma che migliaia di testate giornalistiche divulgano senza alcun controllo, in virtù del fatto che andare contro corrente su un tale notizia è visto come inaccettabile. E’ questa la “logica del gregge”, talmente vecchia che già Hans Christian Andersen ne dava un’espressione magistrale nella sua fiaba “I vestiti nuovi dell’Imperatore”.

Tale fenomeno denota una caduta del senso critico tanto più preoccupante perché ha luogo in un sistema in cui è in sempre più casi possibile controllare le notizie in tempo pressoché reale. In tale temperie emerge la tangibile possibilità che un malintenzionato sfrutti (o stia già sfruttando) i media e loro palese incapacità di lettura critica dei fenomeni per diffondere dati falsi o ingigantiti ad arte, costringendo la nostra società ad prendere decisioni che altrimenti non si sarebbe mai sognata di assumere. Una situazione questa che risponde in modo più che mai calzate al caso degli OGM, banditi a seguito di martellanti campagne di stampa che ne hanno ingigantito i pochi difetti mascherandone artatamente gli enormi pregi. E si badi che casi analoghi potrebbero a breve manifestarsi con riferimento ai concimi minerali di sintesi (da cui dipende ad esempio il soddisfacimento del 50% del fabbisogno proteico dell’umanità) ed ai fitofarmaci (da cui dipende la difesa delle produzioni agrarie da nemici – malerbe, insetti, funghi, virus, batteri, ecc. - in grado di decurtarle). OGM, concimi di sintesi, fitofarmaci: tutti prodotti tecnologici raffinati e che tuttavia sui mezzi di comunicazione trovano pochissimi difensori ed un’infinità di critici, per lo più fautori delle “buone agricolture di una volta”.

In sostanza sussiste a mio avviso un problema concreto legato all’emotività ed agli slogan che ancora oggi governano il nostro agire mentre in un mondo che ormai supera i 7 miliardi di persone ciò non dovrebbe accadere e viceversa dovremmo sempre più privilegiare una visione quantitativa della realtà come base per prendere decisioni.

Luigi Mariani  
Già docente di Agronomia e Agrometeorologia all'Università degli Studi di Milano, è attualmente condirettore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano 

 

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