martedì 28 novembre 2017

Prorogata di 5 anni l'autorizzazione all'utilizzo del Glyphosate

di Alberto Guidorzi e Luigi Mariani

 



L’Unione Europea ha ieri deciso di prorogare per 5 anni l’autorizzazione all’utilizzo del Glyphosate.  Rispetto a tale decisione il ministro dell’agricoltura italiano e francese hanno votato contro mentre ha votato a favore la Germania.
Plaudiamo a tale decisione per le ragioni che vogliamo qui di seguito riassumere:

  1. il glyphosate è un prodotto assai poco tossico e che per di più colpisce una catena metabolica propria dei vegetali e non degli umani 
  2. il glyphosate è un prodotto non cancerogeno come ha attestato EFSA che è l’agenzia della UE deputata a tali verifiche e come attestano le indagini epidemiologiche svolte negli USA su migliaia di agricoltori esposti al Glyphosate
  3.  il glyphosate è un prodotto dal costo assai contenuto (con 30 Euro si diserba un ettaro di terreno) e che rende possibili forme di agricoltura conservativa (minima lavorazione) che altrimenti sarebbero pesantemente limitate dalla competizione delle malerbe 
  4. se il glyphosate fosse stato posto fuori legge si sarebbe creato un pericolosissimo precedente che avrebbe messo ben presto consentito di mettere fuori legge moltissimi fitofarmaci che in agricoltura sono usati per proteggere le piante dai loro nemici.
Tali ragioni, importantissime non solo per il settore agricolo ma anche per il consumatore, sono state da noi illustrare in svariati scritti apparsi su Agrarian Sciences e che vogliamo qui di seguito elencare:
Al contempo dobbiamo stigmatizzare la campagna di disinformazione che è condotta da mesi allo scopo di convincere il consumatore della tossicità e cancerogenicità del prodotto e che prosegue indefessa anche dopo la notizia della riomologazione. A tal fine segnaliamo il risultato di un nostro monitoraggio assai parziale e riferito ad oggi (martedì 28 novembre 2017):
  • su Televideo RAI è stata data la notizia che “il glyphosate divide l’OMS dall’EFSA, la prima dice che è cancerogeno (l’aggettivo probabile è saltato), mentre la seconda lo considera innocuo”, quando invece è la stessa OMS assieme alla FAO che ha detto che il prodotto non risultava essere cancerogeno; 
  • Rai radio 1 ha diffuso la notizia secondo cui l’abolizione del glyphosate avrebbe salvato le api che impollinano l’80% delle coltivazioni, quando il rapporto api-glyfosate non esiste trattandoci di un erbicida e non di un insetticida;  
  • il GR3 RAI delle 6.45 di oggi ha parlato di erbicida pericoloso per la salute lasciando poi la parola, senza alcun contraddittorio, al portavoce dell’organizzazione ambientalistica WWF, il quale ha rincarato la dose parlando di potenziale cancerogenicità e di decisione vergognosa della UE.
Se questo fosse un paese serio la RAI andrebbe censurata per “procurato allarme”. Ma questo non è un paese serio. 
Alla luce di quanto sopra osserviamo infine con preoccupazione la campagna dei media generalisti (RAI e non solo) contro le “balle” (oggi “Fake news”) che la rete diffonderebbe. Come spesso accade si vede la pagliuzza che sta nell’occhio dell’altro e non la trave che sta nel proprio occhio. Da parte nostra diciamo che se non ci fosse la rete sarebbe impossibile veicolare informazioni corrette superando la censura del politically correct che nel nostro paese viene imposta dai media di rilevanza nazionale. 



Alberto Guidorzi
Agronomo. Diplomato all' Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni presso la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italiana.




Luigi Mariani
Docente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano. E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.




11 commenti:

  1. Ma perchè valori minori di queste sostanze nei prodotti non vengono premiate al momento di conferimento del raccolto agricolo?
    Non sarebbe il caso comunque di distinguere in questo senso i prodotti?

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    1. I valori minori sono dati semplicemente se si rispettano i limiti fissati delle LMR (Limite Massimo dei Residui)

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  2. Visto che si sono raccolte olive nei periodi scorsi, non è infrequente, specie in certe aree,che avvenga una contaminazione dell'olio con glifosato, quando viene effettuato poco prima della raccolta un trattamento diserbante integrale.
    Per questo mi vien da ridere quando sento in giro che gli oliveti tradizionali producano olio più buono delle varietà superintensive e d è per questo che andrebbe distinto un prodotto anziche un altro tramite analisi al momento del ritiro.

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  3. Dico che il prodotto molto al di sotto delle LMR dovrebbe essere pagato di più rispetto a quello al di sotto delle LMR.

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    1. Se conoscessi bene il modo con cui si calcola LMR, te ne accorgeresti che la tua richiesta non ha senso. Infatti come dice bene caiofabricius se ai livelli di residui seppure ben sotto la LMR di dovrebbero mangare 5 quintali di pane al giorno, mentre alle dosi maggiori di residui ancora ben al di sotto della LMR dovrei mangiare "solo" 3 quintali di pane per oltrepassare la dose, ribadisco, già ben cautelativa, che senso ha praticare prezzi diversi? Tanto sia i 5 q che i 3 q non riesco mai e poi mai a mangiarli.

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  4. Ma bastano poche ppb (parti per miliardo) per solleticare le masse forcaiole fideistico-ignoranti. Vedi recente puntata di Report che stigmatizzava pasta con contenuti di 0.1 ppm rispetto limite di 10. Certo poi simpaticamente aggiungevano che bisognerebbe mangiarne 5 quintali AL GIORNO, ma intanto...il siluro era partito e migliaia di capelli e vesti stracciate in cerca di giustizialismo

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  5. La rete ferroviaria italiana è tenuta (FORTUNATAMENTE) pulita da erbacce grazie al Glifosato e se c’è ACCANIMENTO ANALITICO per fini di controllo fideistico-religioso delle masse instillandone paura ignorante e successiva devozione (metodo millenario di ogni religione) si riesce a trovare anche a kilometri di distanza, ma 30 ppb= 0.03 ppm su un limite di 10 ppm è molto vicino a quello ZERO ASSOLUTO che in natura NON ESISTE, con buona pace dell’assolutismo talebano.
    La conoscenza laica, scientifica e democratica è la parola chiave perché il mondo dei nostri figli possa continuare a vivere nel benessere più diffuso possibile, come MAI invece accaduto in quel passato fideistico-religioso che oggi si tende a rimpiangere con sprovveduta superficialità.
    Il gliphosate è molecola diserbante diffusissima nel mondo per la sua praticità ed economicità. Al pari di ben altri illustri scienziati, tanto meno io ho le competenze per dire una parola definitiva sulla sua pericolosità sull’uomo, ma mi fido dei limiti prudenziali emanati dalle autorità sanitarie dopo attenti studi epidemiologici.
    Se i valori riscontrati fossero non dico superiori, ma solo vicini a quei limiti penso che qualsiasi produttore avrebbe lo scrupolo di non avviare sul mercato la merce. Ma se parliamo di valori lontanissimi da quei limiti (0.03-0.1 vs 10 ppm) mi viene il sospetto che, dopo la sopita campagna disinformativa terroristica delle micotossine, sia in corso la consueta ben orchestrata opera di demonizzazione fideistico-religiosa a fini diversi ma sicuramente non nobili, e tantomeno scientifici.

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  6. (segue) Non si usa sul grano e sui cereali perché è un diserbante non selettivo, cioè uccide tutte le piante con le quali viene a contatto, e per colture estensive fitte e “povere” come i cereali non esistono schermature meccaniche che possano in qualche modo separare coltura da infestanti. Cosa che potrebbe avere un riscontro economico per colture “orto-floricole” più redditizie o per arboree-arbustive a tronco consolidato.
    Largo uso in America centro-meridionale nella soia-OGM resistente proprio all’erbicida : 85% della produzione mondiale.
    Largo uso per diserbi totali in scarpate ferroviarie e stradali (per sicurezza e visibilità delle segnalazioni) e dai bordi di canali e stradelli interpoderali e da qui dovrebbero nascere quei valori bassissimi trovati anche nel grano
    Uso limitato ma crescente nelle semine su sodo per eliminare le infestanti e permettere alle seminatrici di creare letti di semina efficaci senza l’uso di costose ed erosive lavorazioni del terreno (in primis aratura). In ogni caso operazioni fatte a novembre per raccolte di luglio…residui ancor più bassi delle derive dei trattamenti non agricoli.
    Essiccamento rapido di cereali ancor troppo umidi per essere mietitrebbiati e stoccati in regioni con epoca di maturazione breve. Non è appunto il caso di Italia, Bacino Mediterraneo, Arizona, USA, Messico, Australia.
    Qualche rischio invece in Canada sul grano primaverile, ma in quel Paese serio ci sono controlli rigorosi e non credo che esportino partite contaminate che comunque sarebbero bloccate alle dogane europee.
    Ripeto : è in corso una incosciente, vergognosa e controproducente campagna di demonizzazione del nostro principale e più sano prodotto immagine simbolo dell’agroalimentare made in Italy nel mondo che, se non opportunamente contrastata dai fatti reali, finirà per colpire anche l’agricoltura che già soffre per prezzi internazionali non remunerativi che certo però non si alzeranno con questa sequela imbarazzante di fake-news come propagandato da chi le sforna.
    Ricordiamoci infine che L’Italia è anche la maggiore produttrice di grano duro BIOLOGICO e quindi con qualche centesimo in più si possono spostare i consumi in quel settore senza neanche la già pur scarsissima chimica del convenzionale (dove è praticato al massimo un diserbo -ma non col gliphosate- bensì con erbicidi selettivi a fine inverno). ATTENZIONE però che se si volessero trovare per forza basta un po’ di accanimento analitico per trovare qualche ppb di qualsiasi cosa anche lì…
    A rischio di essere pedante, insisto:
    30 ppm (parti per milione)= 30 mg/kg sono 3 volte superiori il limite di 10 mg/kg , probabilmente di scarso rischio per la salute ma meglio buttare e doveroso sequestrare tutto
    30 ppb (parti per bilione o miliardo) = 30 mg/tonnellata sono prossime a quell’impossibile ZERO ASSOLUTO e sono frutto di ACCANIMENTO ANALITICO per fini di impaurimento e controllo delle masse ignorantizzate e quindi devote alla setta talebana di turno ma difficilmente provenienti da trattamenti sulla coltura, molto probabilmente derive lontane o “ineludibile rumore di fondo”.
    Se con strumentazioni sempre più sofisticate possiamo leggere valori infinitesimali, questo non vorrà dire chissà quale pericolo ( a parte quello di essere strumenti impauriti dal fanatismo talebano)
    20 ppb di deossinivalenolo nel grano significa che la micotossina è appena misurabile e quindi il grano è ottimo, non prova di chissà quale importazione fraudolenta
    5-10 dB è il “rumore” presente anche in una notte serena in un bosco lontano, nessun danno acustico anche dopo mesi di permanenza coi lupi
    36.51 °C non segnala nessuna febbre, dai a scuola senza scuse (e buttare il termometro nucleare…)
    0.5 µg/m³ di PM10 lo si troverà anche al Polo, senza obbligare a fermare un traffico che non c’è

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  7. La solita vergognosa disinformazione di questi pseudo-giornalisti e compagni di sventura: gli pseudo-ambientalisti!

    Quando l'informazione è taroccata e si pecca di "procurato allarme", ora la legge dice che è punibile non solo con la censura, ma con sanzioni penali. Solo che pare nessuno se ne curi!

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  8. Finalmente questa sera a Matrix su Canale 5 hanno esposto la verità sul glifosato! Peccato che la puntata sia andata in onda alla una di notte...

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