domenica 4 marzo 2018

W IL CIRCO E CON GLI ANIMALI!

In difesa della nobile arte circense italiana, contro le menzogne e le barbarie animaliste. (Prima Parte)

di ALESSANDRO CANTARELLI

 


Nel momento in cui sta per essere pubblicato il presente intervento, si apprende purtroppo dalle ultime agenzie della scomparsa di Rinaldo Orfei, uno degli ultimi testimoni del “periodo d’oro” del circo italiano. Il cronista Giuseppe Rivarola lo definì «domatore con i guanti bianchi per le qualità di eleganza e di stile che profonde nel numero con le sette tigri del Bengala» Una delle sue migliori imprese è riportata nel testo che segue.
 

Ipse Dixit. “Circensi si nasce, come nel mio caso, oppure si diventa. Il nostro speaker ha due lauree, in economia e in ingegneria, ma è stato conquistato dalla magia del circo e non lo ha lasciato più. Anche mia nipote, che fa la quarta liceo, studia al mattino e si esercita sotto il tendone al pomeriggio. Non l’ha obbligata nessuno, ma vuole fare la circense” (Moira Orfei) 




Fig. 1. Darix Togni e le sue tigri. Personaggio dotato di grande carisma, è considerato uno dei massimi simboli del circo italiano. Artista poliedrico e geniale, interpretò diversi films. La città di Milano, alla quale era molto legato e che gli ha sempre tributato tanto affetto, gli ha dedicato una via. Immagine tratta dal sito del circo Darix Togni.

Prendo spunto da una recentissima pubblicazione riguardante argomenti svolti e ampiamente dibattuti su Agrarian Sciences, per cercare di trattare in maniera più efficace l’argomento riportato nel titolo.
Diversi elementi in comune sussisterebbero difatti tra accadimenti, vicende e contesti diversi (non me ne vogliano, spero, i lettori), per i quali vale però la pena riflettere.
Premetto di avere provato profonda soddisfazione (ma in questo devono essere stati in tanti), nell’avere appreso alcuni giorni fa della poderosa pubblicazione scientifica (è il caso di sottolinearlo e complimenti agli autori Elisa Pellegrino, Laura Ercoli, Stefano Bedini e Marco Nuti), apparsa su Scientific Reports ad opera di scienziati italiani facenti parte di altrettanti prestigiosi istituti universitari.
L’ennesima sconfessione dei “vari” Buiatti, Tamino & company, nonché del “guardiano di pecore” -fonte: Zingarelli-, divenuto per sciagura nazionale ministro dell’agricoltura.
Pubblicazione è il caso di ricordarlo, ripresa perfino dalla stampa nazionale (solo questo fatto costituirebbe per sé una notizia!) e, riguardante la definitiva (ed ulteriore) assoluzione del mais o.g.m. nei confronti degli animali, della salute umana e dell’ambiente (ma gli autori annunciano che analoghi studi stanno riguardando anche la soja, il colza ed il cotone).
Notizia e pubblicazione debitamente riprese e commentate anche su A.S. da Guidorzi e Mariani.
Ebbene a fronte di tutto questo (e non è poca cosa!), che rimanda inevitabilmente all’assurda scelta dei blocchi alla ricerca ed alla sperimentazione biotecnologica italiane (quante posizioni perse, in vent’anni, nella competizione internazionale e nella bilancia agroalimentare!), viene da scorgere il comune denominatore a quell’altrettanto inaccettabile (e tratti anche molto violenta) discriminazione, perpetrata dalla maggioranza dell’attuale mondo politico ed istituzionale nei riguardi del mondo circense. Discriminazione attorno alla quale si cercherà di riportare fatti e commenti, aggiungendo che solo pochi anni fa questo pesante clima di avversione, non era minimamente presente nel Paese (fig.1). Va premesso che il circo è indissolubilmente legato agli animali (ed al loro benessere), ma il suggello a questa vera e propria guerra al circo, per la quale va ricordato l’Italia vanta un’antica e nobile tradizione riconosciuta a livello internazionale, è stata l’approvazione a larghissima maggioranza del nuovo Codice dello Spettacolo (legge 175 del 12/12/2017), estorta al ministro Dario Franceschini dalle associazioni animaliste: Codice che prevede una graduale (ma coercitiva) dismissione degli animali dagli spettacoli nei circhi.
Ma senza animali appunto, il circo non è più circo. Significherebbe soltanto volere distruggerlo: "una follia, come spiega il prof. Bosisio, ordinario di Storia del teatro e dello spettacolo alla Statale di Milano. Perché non abolire a questo punto i cani o i gatti in casa? Difatti non sono nati per stare in casa, nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo sono quasi sempre randagi"¹ (Fig. 2). 
Fig. 2. Animali esotici allo zoo del circo Kino (fam. Caveagna), ben accuditi ed in evidente stato di benessere. 
Foto Cantarelli.
Si ammette che il circo, come ogni altra forma di spettacolo (od anche forma musicale), possa piacere o meno, trattandosi di una questione di gusti; personalmente a me fin da piccolo è sempre piaciuto moltissimo.
E’ comunque una delle massime espressioni dello spettacolo popolare, dove all’interno si può  trovare un pubblico  di ogni categoria sociale –sono infatti presenti diverse tipologie di posti a seconda delle tasche: dalle gradinate più “popolari” alle tribune per i più benestanti, prospicenti la pista- e, soprattutto, di  ogni età. Grandi e piccoli, la famiglia con prole ed i nonni, è fatto per  tutti. Anche se il primo pensiero di chi fa circo, è sempre rivolto ai più piccini.
L’arrivo nelle diverse “piazze” dei variopinti camion e carrozzoni, annunciato da altrettanti sgargianti e originali manifesti, articoli sulla stampa, altoparlanti…, l’ergersi del grande tendone nello spazio di una mattina, il continuo spostarsi da una piazza all’altra che consente ai circensi, eterni nomadi, di conoscere meglio il mondo di chiunque altro.
Fig. 3. Sta arrivando il circo! Manifesto storico del Circo Americano (fam. Enis e Flavio Togni), degli anni ’70-’80.     Immagine tratta dal sito del circo.
E poi gli animali trattati con cura, il personale del circo che deve adattarsi a sapere fare un po’ di tutto a seconda dei bisogni, dal montaggio e smontaggio del tendone, all’esercizio sul trapezio, al numero con gli animali e…, quando ci sono tante persone anche lo zucchero filato o stare dietro la cassa…, le belle ragazze e gli atletici artisti che concorrono a realizzare “il più grande spettacolo del mondo”, hanno sempre esercitato negli anni un grande fascino (fig 3). 
Come non ricordare a questo punto, il tributo al mondo del circo da parte del grande cinema: solo per citare alcuni titoli, il film “Il circo” (1928) di Charlie Chaplin, o il colossal hollywoodiano “The Greatest Show of Earth” (1952) di Cecil B. de Mille, ma anche il celebre “Dumbo” della Walt Disney (1948). Oppure come non citare  la straordinaria interpretazione del grande Jerry Lewis ne “L’uomo dietro un clown” (1972), per passare quindi a “I clowns” (1971) di Federico Fellini, quest’ultimo ambientato sotto lo chapiteu dei suoi grandi amici: gli Orfei.
Sono necessarie alcune doverose premesse, per potere comprendere meglio il contesto dal quale scaturiranno le successive osservazioni.
Nel libro di Monica J. Renevey dedicato al circo², si trova che vi è una “regione” in Italia che nei secoli è sempre stata un punto di raduno per i saltimbanchi di tutta Europa. Risulta essere la zona compresa tra quattro città del Nord: Brescia, Bergamo, Piacenza e Parma. Zona che sovente si è dilatata fino a toccare Verona e Modena.
Sta di fatto che ancora oggi in queste stesse lande vi si trovano le sedi di alcune grandi dinastie del circo italiano. A Rio Saliceto, nel reggiano, si trova la sede del circo dei figli del leggendario Darix Togni (e nella vicina Novellara il grande complesso musicale porta il nome de “I Nomadi”; sarà stato un caso?), a San Donà del Piave quella del circo di Moira Orfei, a Verona quella del circo Americano di Flavio Togni, solo per citare alcuni esempi tra i complessi maggiori.
Si pensi che era tradizione degli Orfei (che sono di origine emiliano-romagnole come un’altra famiglia, quella degli Errani), presentare la nuova edizione dello spettacolo a Carpi, in provincia di Modena (e nella medesima città si trovavano i capannoni per la riparazione dei carrozzoni ed il quartiere invernale).




Dalle mie parti (Emilia Romagna), l’arrivo del circo, era sempre salutato con un misto di curiosità e simpatia. Chi non ricorda, in anni neanche troppo lontani, la mitica “Moira degli elefanti”! (fig. 4)
Fig. 4. Moira Orfei, la “Moira degli elefanti”. Indimenticabile regina del circo italiano icona di talento, bellezza e simpatia per generazioni di italiani. Immagine di archivio, tratta del sito dell’omonimo circo ora condotto dai figli Lara e Stefano Orfei-Nones).
Negli anni settanta furono invece i fratelli Nando, Rinaldo e Liana Orfei ad inventare assieme a Federico Fellini una grandiosa produzione a tre piste, quella del circo “Delle Mille e una Notte”, la prima espressione al mondo del circo a tema, dove intervennero nella realizzazione Danilo Donati (4 Oscar cinematografici), con le sue meravigliose macchine scenografiche ed i costumi straordinari, Gino Landi come regista che organizzò uno spettacolo con oltre 150 artisti in scena. Con un imponente parco zoo adiacente il circo (fig. 5).
 
   Fig. 5. Il plastico perfetto del circo delle Mille e una Notte, realizzato dal maestro del modellismo italiano prof. Giorgio Zanella dopo che il complesso aveva fatto tappa nella sua città di Parma, a metà degli anni ‘70. Assieme ad altri modelli di circhi, realizzati da zero, il plastico fu esposto nel 1985 a Scarperia (Fi), alla mostra “Circo e Cultura”. Dal sito Circusfans.net.


Come non omaggiare   allora ed in questa sede, il mitico Nando Orfei, divenuto negli anni successivi il “domatore della televisione!”³
Il circo è quindi anche cultura e, non a caso erano gli anni nei quali i principali personaggi circensi (si consultino al riguardo le pagine Wikipedia relative ai nomi riportati prima), erano in contatto con i migliori personaggi dello spettacolo e registi cinematografici (alcuni nomi tra i tanti: 
Lollobrigida, Totò, Rascel, Macario, Govi, Gassman, Sordi, Pasolini, De Laurentis, Rossellini, Zeffirelli ecc.), per le interpretazioni di svariati ruoli in diversi films o commedie, rotocalchi, così come gli stessi personaggi apparivano frequentemente in televisione (non furono secondi a nessuno a capire l’importanza della pubblicità!). Ospiti in questo o quel programma (naturalmente, non c’era la variabilità di oggi).
Con Renato Zero il circo Americano-Togni diventa, per alcuni periodi, addirittura Zerolandia…. 

Il circo ed il suo modo di fare spettacolo in questo modo si evolveva, aprendosi anche alle influenze di altri settori dello spettacolo, ma rimaneva una caratteristica costante: tutto quello che si vede è reale, non ci sono finzioni o effetti speciali.
Prima di presentare un numero, con o senza gli animali , lo si prova per mesi o addirittura anni. Una volta raggiunto il livello desiderato, lo si porta in pista due volte al giorno; il bello dello spettacolo è proprio questo: l’alternanza tra numeri senza animali con quelli con, il tutto intramezzato dagli irresistibili clowns.
Qualcuno ricorda il fortunato spot sull’Italia di Giancarlo Giannini, commissionato dal Ministero dei beni culturali in occasione di EXPO 2015, dove tra le bellezze ed i patrimoni italiani viene menzionato anche il circo?
I grandi circhi italiani con la loro arte, hanno contribuito nei decenni ad esportare fuori dai confini nazionali, la migliore immagine del nostro Paese al pari della manifattura, delle automobili o dell’eno-gastronomia.
Attualmente accade invece che i migliori complessi debbano “scappare” all’estero, perché viene impedito loro di esibirsi nelle piazze italiane, come vorrebbero.
Inspiegabilmente da alcuni anni l’attenzione e sensibilità delle Istituzioni nei confronti del mondo circense è radicalmente mutato.
Innanzitutto, come può spiegarsi che certi distratti “cittadini” snob (che magari chiamano il proprio animale da compagnia con il nome di una persona e lordano di nascosto, durante le passeggiate con le bestiole, i giardini pubblici e i marciapiedi), confonadono il benessere animale (valutabile anche scientificamente sulla base di precisi criteri non soggettivi), con la reazione psicologica che alcuni spettatori possono avere nel visitare lo zoo di un circo, oppure di fronte allo spettacolo che impiega animali?
Una volta che il benessere animale risulti garantito, la valutazione dello spettacolo spetta al pubblico.
Di conseguenza, uno spettacolo diventa anacronistico quando nessuno va più a vederlo, non perché qualcuno decide anche per gli altri. La gente, le famiglie italiane amano il circo e lo cercano con gli animali!
Primo elemento in comune con la vicenda dei blocchi nella sperimentazione agraria richiamati in premessa. L’attivismo di certe lobby che pur essendo minoranza nel paese reale, condizionano in maniera intollerabile l’attività del Parlamento italiano: in questo modo, le istanze di una agguerrita minoranza diventano, come nei migliori giochi di prestigio, maggioranza (con la ignobile complicità assicurata dai dei media interessati).
Risulta legittimo chiedersi a questo punto, come si possa essere arrivati a tutto ciò?
Per l’uomo stanziale, il circo rappresenta un’isola di libertà, costituita da una comunità di persone fortemente unite ed organizzate (fig. 6), perché senza organizzazione il circo non sopravviverebbe.
fig. 6. Immagine tratta dal libro di Liana Orfei, op. cit.
Con la crisi dei grandi partiti di massa (e della qualità delle classi dirigenti), quindi della rappresentanza democratica, si è assistito invece alla crescente pressione esercitata nel Parlamento nazionale e sull’opinione pubblica da gruppuscoli più o meno organizzati ed agguerriti, aventi la caratteristica della trasversalità politica e dell’interesse innanzitutto alle proprie tasche, prima dell’interesse generale (“il bene comune” si diceva una volta).
Uno scranno al Parlamento nazionale o in un qualche Consiglio regionale (senza disdegnare la direzioni dei Parchi), vale molto di più del futuro del circo: ciò che nutre o allieta la mente e lo spirito, non è affare degno di nota per i contemporanei decisori.
Le famiglie che contano sono evidentemente solo quelle degli “eletti” e forse è un ragionamento fin troppo arduo per alcuni, considerare il valore rappresentato dall’indotto di settore (siamo un polo di eccellenza per le tensostrutture ed i caravan da spettacolo viaggiante ad es.).
Il secondo elemento in comune è l’irrisione dell’art. 9 della Costituzione (quello che promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica), determinando ingiustamente da parte dei vessati (gli scienziati, gli agricoltori oppure, come nel presente scritto, gli operatori circensi), un continuo ricorso in sede giudiziaria per vedere tutelati i propri sacrosanti diritti, nello specifico di onesti lavoratori. Meno male che c’è l’art. 24 per questo, ma non sarebbe meno frustrante e più civile vedere maggiormente considerato il 9?
Un lobbysta, un sindaco od un parlamentare spregiudicato e senza scrupoli (altro elemento in comune), possono permettersi avvocati e processi: innanzitutto paga Pantalone (cioè noi tutti), inoltre non sono chiamati a sacrificare più di tanto del loro tempo, necessario per dedicarlo alle proprie attività.
Un onesto cittadino, deve invece sottrarre tempo al proprio lavoro ed al poco tempo libero per difendersi nelle aule giudiziarie.
Basta dare uno sguardo nell’apposita sezione dell’Ente Nazionale Circhi⁴, per rendersene conto.
Veri e propri atti terroristici, sono stati perpetrati quotidianamente da attivisti delle leghe animaliste (in primo luogo la L.A.V.), nei confronti dei circhi lungo tutta la penisola (isole comprese, anche se va detto che il fenomeno riguarda anche altri paesi). Con esiti alle volte delittuosi. Una prova? Basta cliccare su un qualsiasi motore di ricerca una frase del tipo “circo e animali”, anziché “sindaco contro circo”, oppure semplicemente “presidio animalista al circo”, ed il lettore si renderà conto di una realtà che magari fino ad un istante prima ignorava, ma che rimanda ai tempi del Ku Klux Klan.
Un dato di fatto è che tali indegni cittadini italiani, quali sono a mio avviso i sedicenti “amici degli animali”, hanno fatto scuola nell’utilizzare ogni sorta di fake news; pertanto attenzione ai naviganti! Le foto dell’elefante in catene, trite e ritrite, hanno più di vent’anni ed  è stato accertato, si riferiscono ad un animale che doveva essere sottoposto ad un intervento veterinario.
Si riporteranno per brevità solo alcuni episodi tra i più significativi.
Nel settembre 2012, fu tagliata di nascosto la cinghia che teneva chiuso il cancello del recinto della giraffa Alexandre. Spaventata dagli attivisti in realtà nemici degli animali, la costrinsero ad una fuga precipitosa per le strade di Imola. Sedata da un agente della polizia provinciale, a causa di una dose sbagliata di sonnifero, morì poco dopo per arresto cardiaco. Ad aggravare le responsabilità dell’episodio, il rifiuto da parte delle autorità locali, di avvalersi nelle operazioni di recupero per l’animale fuggiasco del personale del circo. Anzi, si rifiutò pure la presenza del veterinario nominato dai circensi alla successiva autopsia stabilita presso l’Istituto zoo profilattico di Bologna).
Fu inizialmente fatta circolare ad hoc la versione che fu la giraffa a “liberarsi” d’istinto e per disperazione, a causa delle insostenibili condizioni di vita nelle quali si trovava, al preciso scopo di impietosire ed “orientare” un’opinione pubblica frastornata sul perché dell’accaduto.
Il sindaco Daniele Manca intimò al circo di andarsene il giorno dopo da Imola, imputando tout court al personale del circo la responsabilità dei fatti (ci cascò pure un giornalista del calibro di Massimo Gramellini, allora vicedirettore de La Stampa che nella rubrica a Che tempo che fa di Fabio Fazio, commentò gli accadimenti imolesi come una conseguenza di un’attività, quella circense, a suo dire antistorica e incivile). Aggiunse il sindaco che l’uccisione della giraffa era la palese “dimostrazione di trascuratezza e superficialità” da parte dei circensi: come dimostreranno la denuncia verso ignoti inoltrata alla polizia dai proprietari del circo (ed i successivi accertamenti): una bugia clamorosa⁵.
Il circo Martini aveva già in programma di spostarsi a Parma, ma in considerazione della eco mediatica (secondo la scontata versione animalista), suscitata a seguito dell’uccisione della povera giraffa, anche in quella città il sindaco Federico Pizzarotti non voleva concedere gli spazi per l’attendamento, ricordo molto bene, per timori dovuti alle necessarie garanzie di ordine pubblico (sic!), non garantite dall’attività circense. Neanche si fosse trattato di un rave party! Si pensi piuttosto al grave dispiacere per la perdita del loro animale e la grave discriminazione perpetrata ai danni dei Martini⁶.
A seguito di questa circostanza, Parma fece anzi un regolamento comunale restrittivo verso l’impiego di animali esotici nei circhi.
Per Lo stesso motivo l’anno successivo e nel periodo natalizio, le sorelle Valeriu del circo di Mosca dovettero compiere diversi Km al giorno (perché anche i sindaci del circondario si erano rifiutati di concedere asilo ai suoi animali, per non avere problemi: quando la  trasversalità politica assume contorni  demenziale), per andare ad accudire i suoi leoni, che il sindaco della città di Parma non voleva che si esibissero. Con grande sofferenza dei grandi felini, che a dire della stessa giovane e promettente domatrice Valeria, avvicinata dal sottoscritto per chiedere numi sulla vicenda (che era stata oggetto di cronaca giornalistica), mostravano segni di sofferenza quando la stessa, dopo averli amorevolmente accuditi e dato loro da mangiare, doveva andarsene per tornare al circo. Quegli animali non erano abituati all’isolamento, bensì alla presenza dell’uomo e degli altri animali; in pratica l’ambiente vivo del circo anziché il confinamento. Quello sì che era stress per gli animali!!⁷⁻⁸

Ed avevo così ottenuto la prova che gli animalisti nel perseguimento dei loro scopi (ed i sindaci loro sodali in cerca di visibilità e voti), sono innanzitutto persone crudeli ed ignoranti.Non se ne abbia a male della fin qui mancata citazione, Mimmo Consales il vivace (fu) sindaco di Brindisi, solerte nell’allontanare dalla sua città i circhi, non altrettanto quando vi era da mettere alla porta i corruttori (vedi Wikipedia); infatti per questo fu condannato e decadette come primo cittadino.
Diventa d’obbligo a questo punto considerare che in Italia vige una legge, la n° 337 del 18 marzo 1968 istituita grazie alla tenacia dell’allora ministro socialista per il Turismo e Spettacolo Achille Corona (ma sembra che anche lo stesso Andreotti tenesse in grande considerazione lo spettacolo viaggiante), dove al titolo primo si trova scritto che “Lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante. Pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore”. Tale legge prevedeva invero che tutti i comuni trovassero  delle aree attrezzate (dotate quindi degli indispensabili allacci idrici, elettrici e fognari), per ospitare in maniera dignitosa le imprese del settore circense, costituite è il caso di ribadirlo, da cittadini imprenditori e contribuenti di nazionalità italiana.
Strano modo di interpretare le legge, quello dei due primi cittadini…!!
Anche il circo di Moira Orfei che nel settembre 2016 doveva arrivare a Parma…, ma che poi non arrivò. Come mai?
Alla città questo non è mai stato ufficialmente spiegato. Qualche indizio sull’accaduto⁹ però si trova…(fatto non secondario, nella primavera successiva vi sarebbero state le elezioni comunali, poi vinte dallo stesso Pizzarotti).
Fa un po' rabbia a questo punto apprendere dal libro della Renevey che, nel lontano 1969, la stessa Moira scelse invece Parma per lanciare una nuova (per i tempi) produzione, che si rivelò un successo: quella del “Circo sul Ghiaccio”.
Quanto ai parmigiani la pensavano ben diversamente, come rivelò un sondaggio della Gazzetta di Parma dello stesso periodo¹º.
Un’altra grave vicenda è invece quella che ha riguardato una femmina di ippopotamo di 8 anni, di nome Aisha, nel dicembre 2014 in provincia di Macerata. Fatta scappare dopo un blitz animalista ed investita a morte da una macchina guidata da un venticinquenne (ferito per l’accaduto), sulla strada provinciale dopo che gli aveva tagliato la strada.
Anche in quel caso la magistratura accertò che la recinzione del circo era stata manomessa. E l’animale stava in realtà benissimo dove si trovava¹¹.
Per non parlare del tragico episodio che ha riguardato l’ammaestratore di cammelli e lama del circo di Praga Roberto Gerardi, 55 anni, deceduto a causa di un infarto nel marzo 2014 nel bresciano, dopo un’accesa discussione con un presidio di animalisti che lo provocarono a forza di insulti ed accuse infamanti come quelle di maltrattare gli animali¹².
Di questo clima da “caccia alle streghe” (altro elemento in comune con le note vicende agrarie anzidette), avvalendosi delle moderne tecnologie informatiche si organizzano in tempo reale presidi contro questo o quel circo (basta dare un’occhiata al sito dei club animalisti anti circo).
Un’evidenza significativa di questa "caccia" la si è avuta nella chiamata del Cirque du Soleil (eccellenti artisti, intendiamoci, ma circo canadese e rigorosamente senza animali), all’inaugurazione e per tutto il periodo dell’EXPO a Milano nel 2015, dedicata ai temi del cibo.
Ignorando così completamente le istanze del grande circo italiano, che per il tramite di Liana Orfei (fig. 7) aveva scritto una lettera al ministro Franceschini (rimasta lettera morta, ovviamente), per invitarlo a considerare più attentamente la migliore espressione circense italiana, rappresentata in questi ultimi lustri in particolare dagli Orfei, dai Togni e dai Casartelli (quelli del circo Medrano)¹³.
Fig. 7. Una giovane e splendida Liana Orfei nei panni di domatrice di leoni. Immagine tratta dall’omonimo libro.

Tra l’altro, va anche detto che il padiglione del Canada (Paese non secondario nella competizione agraria internazionale), non era nemmeno presente ad EXPO. Abbiamo così sprecato una grande vetrina internazionale, con la volontà precisa di non dare spazi di risalto al circo italiano (“non ci reputiamo figli di un dio minore”, sosteneva con vigore la Orfei nella sua missiva), anche quando quel grande paese per quell’evento non si era mostrato minimamente interessato a noi: un capolavoro. 



RIMANDI BIBLIOGRAFICI

¹Ciocca S., 2012. Il prof. Bosisio: “Contro i circhi fandonie demenziali”
. Su: http://www.circo.it/il-prof-bosisio-contro-i-circhi-fandonie-demenziali/
²Renevey M., 1985. Op. cit. 
³Omaggio a Nando Orfei. Nando Orfei e le tigri al circo delle mille e una notte, 1975. Sito Circus fans https://www.youtube.com/watch?v=w13_PsNoDnE 
⁴Ente nazionale Circhi. http://www.circo.it/
⁵Sulla vicenda della giraffa Alexandre, si riportano i seguenti indirizzi corrispondenti agli articoli di cronaca: https://www.facebook.com/notes/domenico-mimmo-leccese/i-due-animali-simbolo-sono-aisha-lippopotamo-e-alexander-la-giraffa/1324543157562057/
http://www.circo.it/sul-caso-della-giraffa-lenc-risponde-al-sindaco-di-imola/
http://www.circo.it/sulla-morte-della-giraffa-il-circo-presenta-denuncia-contro-ignoti/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/21/imola-morta-la-giraffa-fuggita-dal-circo/359357/
http://www.today.it/citta/giraffa-imola-morta-foto.html
⁶Sulla vicenda del circo “Rinaldo Orfei” (famiglia Martini) a Parma, si riportano gli indirizzi corrispondenti agli articoli di cronaca:
http://parma.repubblica.it/cronaca/2012/10/10/news/denunceremo_il_comune_di_parma_il_circo_martini_va_avanti_e_rilancia-44263523/
http://www.lastampa.it/2012/10/09/societa/lazampa/dopo-la-morte-della-giraffa-parma-vieta-l-uso-di-animali-al-circo-martini-QdmWFB2vews0SnDyuO6H4L/pagina.html
https://www.leidaa.info/news/circo-con-animali-brambilla-qmartini-prende-in-giro-il-sindaco-e-la-citta-di-parmaq
http://www.romagnanoi.it/news/imola/737125/Anche-Parma-allontana-il-circo-Martini.html
Il Circo.it (a cura di), 2013. Martin Show: certificato il benessere degli animali. Su: http://www.circo.it/martin-show-certificato-il-benessere-degli-animali/ 
⁷Buccioni A., 2014. “Il Comune di Parma dovrà rispondere dello stress provocato agli animali del circo”. Su: http://www.circo.it/il-comune-di-parma-dovra-rispondere-dello-stress-provocato-agli-animali-del-circo/
Si veda anche: Il Circo.it (a cura di), 2018. A scuola di benessere psico-fisico degli animali. L’esperienza di Valeria Valeriu. Su: http://www.circo.it/a-scuola-di-benessere-psico-fisico-degli-animali-lesperienza-di-valeria-valeriu/
⁸Buccioni A., 2012. Disinformazione “animalista” a Parma: l’Enc replica. Su: http://www.circo.it/disinformazione-animalista-a-parma-lenc-replica/
http://www.rossoparma.com/index.php/cronaca/cronaca-citta/16412-parma-l-amministrazione-pizzarotti-adesso-i-circhi-con-animali-li-vuole-eccome-in-arrivo-nando-orfei 
¹ºIl Circo.it (a cura di), 2013. I cittadini di Parma vogliono il circo con animali. Su: http://www.circo.it/i-cittadini-di-parma-vogliono-il-circo-con-animali/
¹¹Sulla vicenda dellaippopotamo Aisha, si riportano i seguenti indirizzi corrispondenti agli articoli di cronaca:
http://www.corriere.it/animali/14_dicembre_28/macerata-blitz-animalista-circo-ippopotamo-fugge-muore-investito-ce06df1e-8ea4-11e4-9f4a-a1bebd9fbc0e.shtml
http://www.ilmessaggero.it/marche/animalisti_circo_ippopotamo_morto_auto_macerata-773109.html
http://www.lastampa.it/2014/12/28/societa/lazampa/macerata-ippopotamo-liberato-dagli-animalisti-muore-travolto-da-unauto-ferito-il-guidatore-sFjjqyUaVlSWclC8VeNRQO/pagina.html
¹²Sulla gravissima vicenda, con tragico epilogo, che ha riguardato domatore Roberto Gerardi si riportano i seguenti indirizzi corrispondenti agli articoli di cronaca:
http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/14_marzo_20/addio-domatore-cammelli-e02235de-b030-11e3-a027-9deb5b03f50b.shtml  
http://www.today.it/video/morto-circense-brescia-lite-animalisti.html
Langone C., 2014. La preghiera di Langone per Roberto Gerardi. Su: http://www.circo.it/la-preghiera-di-langone-per-roberto-gerardi/
¹³Sull’incredibile esclusione del circo italiano ad EXPO:
Orfei L., 2015. Esclusi da Expo, Liana Orfei scrive a Franceschini e Renzi.
Su: http://www.circo.it/esclusi-da-expo-liana-orfei-scrive-a-franceschini-e-renzi/
Orfei L., 2015. Il circo italiano merita la vetrina Expo. Lettera aperta di Liana Orfei.
Su: http://www.circo.it/il-circo-italiano-merita-la-vetrina-expo-lettera-aperta-di-liana-orfei/




Alessandro Cantarelli
Laureato in Scienze Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Piacenza, con tesi in patologia vegetale. Dal febbraio 2005 lavora presso il Servizio Territoriale Agricoltura Caccia e Pesca di Parma (STACP), della Regione Emilia Romagna (ex Servizio Provinciale), dapprima come collaboratore esterno, successivamente come dipendente. E’ stato dipendente presso la Confederazione Italiana Agricoltori di Parma. Ha svolto diverse collaborazioni, in veste di tecnico, per alcuni Enti, Associazioni e nel ruolo di docente per la formazione professionale agricola. Iscritto all’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali ed alla FIDAF parmense.


8 commenti:

  1. Alessandro Cantarelli5 marzo 2018 alle ore 20:52

    Nel mio scritto faccio un cenno all'immagine brandita per anni dagli animalisti, per documentare (a loro dire naturalmente), il maltrattamento degli animali nei circhi: l'elefante in catene.
    Quell'animale faceva innanzitutto parte di un circo straniero ma soprattutto, doveva essere medicalizzato. Si consiglia vivamente al riguardo la visione delle seguenti due interviste, reperibili su internet, digitando esattamente il titolo che si riporta, entrambe realizzate da Bianca Montico del Movimento giovanile dei circensi. Esse sono:
    " Daniele Vassallo. L'ignoranza e la malafede degli animalisti"; l'altra: "Mario D'amico. La vita degli elefanti del circo". Buona visione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alessandro Cantarelli23 gennaio 2019 alle ore 22:06

      Per un involontario errore di digitazione, ho scritto Daniele anziché Daniela Vassallo. Lapsus calami

      Elimina
  2. La realtà farebbe capire molte cose. Immagini di grandi felini in Natura sono spesso presentate senza l'audio della nuvola d'insetti che li circonda (esattamente come i canili usati in campagna elettorale). La vita media nell'ambiente è circa metà di quella circense e la compagnia di altri animali non è distante nel circo da quella che abbiamo elaborato per i nostri domestici.
    Dovremmo riflettere sull'emergente distorta interpretazione, purtroppo scollegata da qualsiasi riferimento scientifico, tanto da attribuire alla natura concetti di vita inesistenti, a cominciare dai banalissimi patogeni. La vita è animale ma anche vegetale. Forse l'appoggio a certe "filosofie" non è del tutto remoto da interessi a sistemi produttivi in aree a basso costo. Nazioni lungimiranti evitano di esternalizzare totalmente uno strategico settore primario.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Nazioni lungimiranti evitano di esternalizzare totalmente uno strategico settore primario."

      Noi lo stiamo facendo e lo chiamiamo pure "made in Italy"!

      Elimina
  3. Alessandro Cantarelli30 marzo 2018 alle ore 09:37

    In occasione della scomparsa del simpatico conduttore televisivo Fabrizio Frizzi, per la “grave colpa” di essere stato in vita testimonial di Telethon (iniziativa a favore della ricerca medica con utilizzo di cavie animali nella sperimentazione); tra l’altro e va doverosamente ricordato, lui stesso aveva chiesto alla scienza di essere utilizzato come test per la sperimentazione delle proprie cure, una volta appreso di essere affetto da una grave malattia, ebbene in questi giorni in rete girano le ingiurie e le accuse più infamanti ad opera degli animalisti. Lo stesse gratuite offese che si erano lette, quando erano mancati Nando Orfei Moira Orfei e Walter Nones e, che avevano fatto molto male ai loro famigliari ed al mondo circense.
    Molte (fortunatamente), le reazioni indignate a questo fiume di volgarità e cattiveria.
    Mi chiedo: cosa deve ancora capitare per capire che tali animalisti (alcuni orgogliosamente vegani), rappresentano la feccia della società? Gli stessi che magari dicono di non mangiare l’agnello per Pasqua, ma dietro ai faccini perbenisti si nascondono degli autentici lupi mannari!
    Sindaci e parlamentari di oneste convinzioni, sveglia!!
    A Lucca in questi giorni, si sta consumando l’ennesimo episodio della follia e cattiveria animaliste a danno dei lavoratori del circo Medrano (90 dipendenti), quindi delle famiglie dell’intero territorio che vorrebbero potere andare al circo e vedere anche gli animali. La causa di tutto, un’amministrazione ostaggio dei suddetti nemici degli animali (perché i veri amici degli animali sono i circensi), con il TAR toscano che nel giro di venti giorni emette due provvedimenti di segno opposto…E la farsa continua.
    Sulle ingiurie a Fabrizio Frizzi, alcuni articoli di cronaca:
    http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/quellodio-vegani-e-animalisti-frizzi-theleton-karma-1509598.html
    https://www.nextquotidiano.it/vegani-festeggiano-la-morte-fabrizio-frizzi-perche-condotto-telethon/
    http://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2018/03/27/news/animalisti_contro_frizzi_per_telethon_utilizzano_la_sperimentazione_-192379645/

    RispondiElimina
  4. Alessandro Cantarelli27 giugno 2018 alle ore 22:03

    Chissà se l'ex sindaco di Imola Daniele Manca nell'interrogarsi sui motivi della sconfitta della lista destinata a succedergli, dopo sei mesi di commissariamento (si dimise per potere fare in tempo a candidarsi al Senato: bell'esempio di arrivismo), avrà pensato alla vergognosa copertura che egli aveva dato agli animalisti, responsabili della fuga della giraffa Alexandre (con successiva uccisione). Dando invece la colpa ai circensi per inventati maltrattamenti.
    Al genio politico (che ora rischia di decadere anche dalla carica di Senatore: lo si spera con tutto il sentimento possibile),non gli verrà il dubbio che sarebbe stato meglio difendere in quell'occasione i circensi? Ora non è nemmeno in grado di capire, se i voti degli animalisti assassini hanno votato la sua sindaca oppure la lista concorrente. All'epoca dei fatti, Imola assurse alle cronache nazionali per la giraffa uccisa: 70 anni di buon governo svenduti all'altare della lobby animalista. Merita un premio.

    RispondiElimina
  5. Concordo in totum con questo bellissimo articolo, complimenti allo scrittore. 👏 👏 👍

    RispondiElimina
  6. Alessandro Cantarelli22 gennaio 2019 alle ore 18:44

    Molto gentile da parte sua Gabrielli per l'apprezzamento e di questo la ringrazio. Difendere il buon nome del Circo italiano contro i vili ed ingiusti attacchi degli animalisti, come ho cercato di spiegare è battaglia di civiltà(per un'antica arte riconosciuta da sempre oltre che dal pubblico dalla stessa Unesco),ma anche di difesa della democrazia.

    RispondiElimina