giovedì 2 agosto 2018

L' ETICA POLITICA DEL TABACCAIO

di ANTONO SALTINI

 

"Freccia"
Una tavolata cordialmente allegra in uno delle cento località balneari in cui si sono trasferiti gli italiani per l'evento capitale dell'anno: le vacanze. Si discute, senza animosità, di politica, dei mondiali di calcio, del filmato sull'ancestrale che si praticava quando quella costa era foresta semipalustre. La conversazione sui mammiferi semiselvaggi si sposta, capricciosamente sui cani: ormai un italiano, maschio o femmina, non si sentirebbe tale se non possedesse almeno un cane. Qualcuno annota che la proprietà di un cane ha assunto il carattere di moda inderogabile, cui nessuna famiglia è in grado di sottrarsi.
Più di uno conferma che il cane nell'appartamentino è la più insensata delle cento mode che governano il paese. Il tabaccaio di un borgo insubre interviene dichiarandola non solo stupida, ma iniqua, siccome qualunque famiglia accolga un nuovo bambino si vede, sul piano fiscale, accrescere le unità anagrafiche viventi nell'appartamento, con conseguenza sulle bollette dell'acqua e della spazzatura, mentre chi acquisti un San Bernardo, che consuma acqua e produce rifiuti (dalla scatoletta di latta alla segatura mescolata alle feci) in misura dieci volte superiore a un bebè, ne accolla i costi alla collettività. Alla famiglia dovrebbe essere aggiunta un'unità fiscale: ovviamente in proporzione al peso dell'animale.
Tutti approvano, un antico cronista si offre come assistente al tabaccaio per stilare una lettera di protesta da inviare ai giornali. La risposta è entusiastica: si stabilisce l'ora dell'incontro per il giorno successivo, ma il tabaccaio rientra troppo tardi dalla spiaggia, circostanza che si ripete nei giorni successivi, fino a quando, di fronte alle insistenze del volonteroso redattore, confessa di essere sempre stato estraneo alla politica: la prospettiva di firmare una lettera che possa suscitare polemiche gli sta facendo perdere il sonno. Prega l'altro di non parlarne più.
Se la moda obbliga ogni italiano a possedere un cane, una tradizione risalente a secoli remoti gli vieta di interferire con le scelte di chi comanda, feudatario, conte, arcivescovo. Siccome il tabaccaio gestisce anche l'annesso bar si può immaginare che il locale ospiti dibattiti della virulenza di una loggia giacobina, con l'impegno, reciproco e inviolabile, che, lasciando il bar-tabacchi, tutti dimenticheranno quanto hanno proclamato ed udito.

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Antropologicamente non v'è dubbio che i sedicenti "animalisti", "ambientalisti", "ecologisti" "bio-devoti" e adepti di dottrine similari costituiscano una delle consociazioni zoologiche più stravaganti (e ormai straripanti) del Pianeta, e che la loro stravaganza sfiori, fino a confondervisi, con autentici fenomeni di alienazione. Gli animali dovrebbero vivere liberamente, ma non moltiplicarsi, per non indurre l'uomo a utilizzarli come cibo. Ma questo estiguerebbe ogni razza del bestario zoologico. Un problema angoscioso! Ovviamente l'ignoranza collettiva è inconsapevole che sul pianeta savane e steppe occupino superfici almeno tre-quattro volte superiori a quelle arabili (cioè coltivabili) e che le centinaia di milioni di uomini e donne che vi vivono possono alimentarsi unicamente dei prodotti della pastorizia (latticini e carni). Capocuochi e architetti possono proclamare che la respirazione animale costituisca la più grave minaccia per l'atmosfera, ma l'uomo convive con gli animali da dodicimila anni e non v'è dubbio che, tra tutti, i più inutili siano i cani d'appartamento.
Un paradosso che dalla stravaganza si protende verso l'autentico ottundimento mentale è costituito, del resto, dalla constatazione che chiunque nutra l'adorato gadget a quattro zampe apre quotidianamente scatolette ricolme della carne ottenuta dalla macellazione di decine di migliaia di zebù per il cui pascolo sono stati abbattuti chilometri senza numero di foreste sudamericane e che hanno consumato, a vantaggio di animali inutili allevati in altri continenti, quantità di ossigeno analoghe a quelle che respirano bovini e suini che i felici ignari di ogni nozione naturalistica denunciano come la minaccia più grave agli equilibri atmosferici.
E quanto ossigeno consumano i cani degli amatori italioti? Per calcolarlo bisognerebbe conoscerne numero e peso, ma un genuino tabaccaio italiano non avanzerà mai la proposta di censirli come entità fiscali (come rifuggirà dall'impresa il barbiere, il fruttivendolo, il professore di ogni ordine e grado scolastico, e chi non ha un cane continuerà a pagare anche per chi faccia il bagno in casa al San Bernardo e ne riversi gli escrementi (il volume è elefantesco) nel pubblico cassonetto
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Antonio Saltini 
Già Docente di Storia dell'agricoltura all'Università di Milano, giornalista, storico delle scienze agrarie. Ha diretto la rivista mensile di agricoltura Genio Rurale ed è stato vicedirettore del settimanale, sempre di argomento agricolo, Terra e Vita. E' autore della Storia delle Scienze Agrarie opera in 7 volumi.  www.itempidellaterra.com (qui)

4 commenti:

  1. Antonio

    Io vivo da sempre e stabilmente nella casa di campagna avita (prima di me ci hanno vissuto 5 altre generazioni di Guidorzi). Dunque avrei un posto ideale per tenere cani e gatti senza doverli "CASTRARE" come fa la generalità dei possessori che li devono tenere in appartamento e non solo (se contesti la castratura imposta c'è persino chi dice che che lo fanno per un presunto benessere animale).

    Comunque sia di cani non ne ho mai voluti perchè non voglio essere schiavo di un animale (il cane domestico non è autonomo)nel senso che se voglio andarmene da casa non mi va di chiedere al vicino ad un figlio o ad un parente di accudirlo in vece mia, dovendo poi ricambiare il favore. Portarlo con me? Dio mi salvi.
    Sono anche nonno e purtroppo questa categoria rimbecillisce ed io non sono da meno, quindi una mia nipote mi ha portato un gattino e implorante mi ha pregato di tenerlo e accudirlo. L'ho fatto mio malgrado, ma ad una condizione che lui in casa non ci entrava perchè aveva tantissimi altri posti in corte dove stare. Per circa sette mesi l'ho accudito (gli ho dato da mangiare gli avanzi ed un'amica di mia moglie, scandalizzata mi ha detto che erano come un veleno per lui ed allora ecco le scatolette (contenenti droga perchè se cambi marca non ne vogliono sapere di adattarvisi). Un mesetto fa il gatto è sparito (ti devo anche dire che ho aderito ai desideri di mia nipote perchè mi ero accorto che era un maschio e quindi non mi creava problemi di filiazione). Contento di essermene liberato ho spiegato a mia nipote che erano cose normali che il gatto se la potesse filare. Non più tardi di una settimana fa siamo stati ospiti di un amico che aveva invitato anche altri ospiti e immancabilmente il discorso è caduto sul benessere animale ed interpellato ho detto che non sapevano nulla di allevamento di animali da produzione e quindi parlavano a vanvera. Una signora, che avevo visto che le si "arrossavano le orecchie" su certi miei concetti, mi apostrofò dicendo "ma allora lei è uno che maltratterebbe gli animali? Al che dissi che era lungi da me il farlo e quindi le spiegai la faccenda del gatto che avevo mantenuto per sei mesi e poi se n'era andato. Subito mi ha detto che evidentemente lo maltrattavo ed io allora le dissi che se l'avessi maltrattato se ne sarebbe andato via prima, non contenta di finirla li continuò con: "ma l'ha fatto cercare, ha messo la foto sui social locali?" La mia risposta è stata che se evidentemente il gatto era contento di andarsene io ero arcicontento che se ne fosse andato. Non l'avessi mai detto...insomma per finirla ho lasciato la compagnia in anticipo con una scusa per non dover dire quanto gli competeva, per giunta non trovandomi non in casa mia (e chi mi legge sa che so andare anche giù pesante). QUESTE SONO LE VICISSITUDINI CHE VIVE CHI PENSA NORMALMENTE AL GIORNO D'OGGI:

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  2. Alessandro Cantarelli2 agosto 2018 alle ore 22:52

    Sembra una barzelletta. Uno magari diventa vegano per scelta (naturalmente), sulla base delle cervellotiche teorie ben note, ma se gli viene in mente di tenere un cane o un gatto, deve per forza fornirgli quegli alimenti a base di carne di cui si priva volontariamente. Farebbero prima, certe persone, a prendersi a sberle.
    Antonio parla del tabaccaio. Il mio macellaio, sconsolato, poco tempo fa mi ha invece mostrato una "ricetta" (neanche fosse quella del medico), contenente le esatte proporzioni di tagli di carne, da mescolare, per il cagnolino di un cliente. Ed anche ai cani si danno gli integratori e si parla delle giuste proteine, manco fossero dei ciclisti professionisti alle prese col giro d'Italia.
    Ed intanto spuntano come funghi gli "store" per animali, che oramai hanno raggiunto la dimensione di un supermercato.
    Spirito dei tempi, la moda dell'animale in appartamento, ma soprattutto SPORCACCIONA, per via delle zoonosi che inevitabilmente parecchi cittadini inconsapevoli diffondono nella società, come conseguenza di un rapporto malato con l'animale: bestie che leccano il volto delle persone (come in certe pubblicità che andrebbero per questo censurate), meglio a questo punto non pensare lo stato di igiene degli stupidi padroni...Poi magari si da la colpa dell'insorgenza di determinate patologie, come le dermatiti, agli emarginati della società!
    L'ho gia scritto: perché gli animalisti si inventano maltrattamenti per gli animali nei circhi (dove vige un rapporto uomo-animale molto più sano e professionale, anche affettivo), vi inscenano violente proteste e vi perpetrano azioni criminali, mentre non hanno nulla da eccepire per gli animali rinchiusi negli appartamenti? Perché non propongono anche per questi ultimi la liberazione allo stato brado?
    Forse perché, a quel punto, cadrebbe tutto il business assicurato(alimenti, spese veterinarie ecc.)?
    P.s per Alberto: certe signore che si professano "amiche" degli animali dovrebbero sapere che i gatti non perdono l'orientamento di casa anche a 10 km di distanza. Se la povera bestiola non è finita in bocca ad un cane o ad una volpe (ma gli animalisti, a questo punto, per chi terrebbero?), ci si augura che abbia trovato un nuovo padrone: al gatto basta la ciotola per riconoscere il "padrone", da ruffiani quali sono. L'avviso sui social, una volta stampato, può servire al gatto come lettiera...

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  3. E come la mettiamo con il "FASCISMO VEGANO" che si sta diffondendo a macchia d'olio? Qusti non solo si rifiuatano di mangiare tutto ciò che deriva dallo sfruttamento da parte dell'uomo degli animali (addirittura anche il miele..)ma hanno una loro ideologia che è lo specismo che rifiuta il fatto che l'essere umano sia un essere più evoluto delle altre specie animali e quindi usano la violenza come strumento di discussione. Cantarelli di al tuo macellaio che stia attento che non sarebbe il primo a ritrovarsi la vetrina spaccata e la loro azione sta facendo breccia, si pensi che Google ha ritirato l'uovo dell'emoji del suo sistema Android per compiacere i vegani (nello stesso giorno è stato presentato il preservativo vegano e senza glutine).
    VI rendete conto che l'uono del XXI secolo arriva a negare la catena alimentare fatta da produttori primari e secondari e consumatori prima ri e secondari? Inoltre negano che l'uomo si sia evoluto maggiormente rispetto alle scimmie appunto perchè la sua diete è onnivora. La società occidentale si sta facendo condizionare da una minoranza infima di vegani a cui noi concediamo il sacrosanto diritto di essere tali mentre loro ci ripagano con la dittatura violenta del no-carne per tutti.

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  4. Per rimanere nel tema delle contraddizioni, mi chiedo se le tante mamme "no vaccino" abbiano vaccinato i loro cani o gatti!!!!

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