giovedì 20 settembre 2018

“PESTICIDI” E RISCHIO DI CANCRO IN AGRICOLTURA

di ALBERTO GUIDORZI e LUIGI MARIANI



Gli agricoltori contrariamente al luogo comune 
sono meno esposti al rischio di cancro rispetto 
alla popolazione generale. 
Questo è quanto emerge dagli studi di coorte 
condotti negli USA e in Francia.



Introduzione

Se chiedete all’uomo della strada se i fitofarmaci (volgarmente noti come “pesticidi”) portino il cancro quasi immancabilmente la risposta sarà positiva, il che è la chiara espressione di un luogo comune frutto di decenni di campagne mediatiche basate sull’equivalenza fitofarmaco = sostanza tossica = maggiore probabilità di tumore. Peraltro la diffusione di tale luogo comune è agevolata dalla soppressione del termine agronomicamente corretto e cioè “fitofarmaco” in nome dell’assai più evocativo “pesticida”, che richiama alla mente pestilenze e morti in massa. Il termine “fitofarmaco” rimanda invece al concetto di “medicina delle piante”, il quale a sua volta si connette al concetto di farmaco, rispetto al quale nell’opinione pubblica, grazie al serio e perseverante lavoro dei medici, ha maturato la consapevolezza che alle giuste dosi è essenziale mentre alle dosi sbagliate porta a conseguenze negative, in onore alla massima di Paracelso secondo cui “è la dose che fa il veleno”.
Peraltro se i fitofarmaci fossero davvero sostanze cancerogene gli effetti in termini di aumentato rischio di tumore si dovrebbero anzitutto vedere sugli agricoltori, i quali in buona parte utilizzano fitofarmaci e sono dunque più esposti agli effetti di tali molecole rispetto alla popolazione generale. In ragione di ciò ci proponiamo di verificare se gli agricoltori siano più o meno soggetti al rischio di tumore rispetto alla popolazione generale e lo faremo facendo ricorso ai risultati provvisori ma sufficientemente robusti che emergono da due studi di coorte condotti negli USA e in Francia e riassunti da Philippe Stoop nell’interessante lavoro "Pesticides et cancers chez les agriculteurs: la fuite en avant vers l’irréfutabilité” apparso in due puntate sulla rivista online European Scientist (Stoop, 2018 (a)(b)). 



Rischio di cancro in agricoltura - aspetti storici

Per porre il lettore in sintonia con la tematica oggetto di questo articolo è anzitutto necessario offrire qualche riferimento storico sulle ricerche relative al rapporto fra fitofarmaci e rischio di tumore. Tali ricerche ebbero inizio negli anni 70 a seguito dell’accumulo nell’ambiente degli insetticidi organo clorati a lunga persistenza, DDT in primis. A quel tempo gli studi non potevano che svolgersi retrospettivamente ed erano soprattutto studi “caso-testimone”, dove da una parte si raggruppano gli ammalati del tumore oggetto di studio (casistica) e dall’altro un altro gruppo di persone confrontabili (per età, stile di vita, ecc.) e che non si erano ammalate della stessa malattia (testimoni). I risultati di questo tipo di ricerca hanno fatto propendere per un effetto cancerogeno dei fitofarmaci. Tuttavia questo tipo di ricerca è soggetto ad una vasta gamma di errori, il che ha spinto le autorità sanitarie di alcuni paesi ad avviare indagini a livello di popolazione, indicate come indagini di coorte. In tali indagini si è preso in considerazione un gruppo di individui (la coorte), rappresentativo di una data popolazione di riferimento e che si è distinto per aver sperimentato uno stesso evento per un dato periodo (es: agricoltori che fanno uso di fitofarmaci). Gli studi di coorte sono in genere molto impegnativi e costosi anche perchè prima di 10 anni non forniscono risultati probanti. Tuttavia rispetto agli studi caso-testimone si rivelano di gran lunga più affidabili e in particolare permettono di fare un grande passo in avanti consentendo di stabilire l’incidenza dell’evento (numero di casi nei vari anni) e la mortalità imputabile all’evento stesso.


I due principali studi di coorte: AHS e AGRICAN

A livello mondiale i due più importanti studi di coorte riferiti alla popolazione agricola nel suo complesso e agli effetti dei fitofarmaci sono i seguenti:

  • lo statunitense AHS (Agricultural Health Study), avviato nel 1993 da governo degli Stati Uniti e che per gli stati del North Carolina e dello Yowa ha seguito la salute di 89000 agricoltori utenti di fitofarmaci e delle loro mogli (maggiori informazioni sullo studio di coorte e la vasta bibliografia da esso prodotta sono reperibili qui 
  • il francese AGRICAN, avviato nel 2005 e che ha seguito 180.000 persone fra cui erano presenti agricoltori utilizzatori di fitofarmaci e agricoltori non utilizzatori di fitofarmaci (dal confronto di questi due gruppi si possono eventualmente estrapolare fattori di confusione come i rischi non legati ai fitofarmaci ma comunque alla professione agricola).
Questi due studi di coorte hanno permesso di calcolare le incidenze e le mortalità standardizzate (cioè comparate con quelle della popolazione generale) consentendo quindi di valutare l’eventuale eccesso di incidenza e mortalità degli agricoltori rispetto alla popolazione generale. Ad esempio se l’incidenza standardizzata o la mortalità standardizzata risultano 1,1 significa che vi è un 10% di agricoltori che si ammalano o che muoiono in più rispetto alla popolazione generale.

Tabella 1 - Incidenze et mortalità standardizzate per le differenti forme di cancro nelle coorti Agrican (F) e AHS (USA) (Stoop, 2018, a). Riferimenti bibliografici: per le incidenze Koutros et al, 2010 (utilizzatori di pesticidi ; Lemarchand et al., 2017. (uomini utilizzatori di pesticidi); per le mortalità: Waggoner et al., 2011 (uomini utilizzatori di pesticidi) Lévêque-Morlais et al. 2014: Int Arch Occup Environ Health DOI 10.1007/s00420-014-0933-x).



Cosa si può dedurre dai dati di AHS e AGRICAN

Le indagini AHS e AGRICAN stanno dando risultati molto coerenti fra loro e più che mai rassicuranti rispetto ai precedenti studi caso-testimone. In estrema sintesi, come evidenziano i dati riportati in tabella 1, è possibile dire che:

  • in quanto a mortalità non si è trovata nessuna mortalità standardizzata superiore alla norma per nessuna forma di tumore e la mortalità della categoria agricola è largamente inferiore alla mortalità generale per la maggioranza dei tumori mentre per il resto degli stessi risulta pienamente nella norma
  • in quanto a incidenza i risultati indicano un’incidenza standardizzata significativamente inferiore alla norma per 1/3 delle localizzazioni tumorali (vie respiratorie, vie digestive vescica, ecc.) mentre per i 2/3 delle restanti localizzazioni non si evidenziano differenze significative. Uniche eccezioni sono costituite dai tumori alla prostata, alle labbra e dal mieloma multiplo, per i quali gli agricoltori mostrano eccessi di incidenza significativi (tabella 1). Su tali tumori ci si soffermerà in un paragrafo successivo. 
  In sintesi dunque gli studi ritenuti più affidabili, quelli di coorte appunto, smentiscono le risultanze dei primi studi caso-testimone retrospettivi che avevano suggerito il sussistere di casi di cancro in eccesso negli agricoltori ma senza mai quantificarli.
A fronte di ciò colpisce il fatto che un quadro così positivo non sia stato oggetto di divulgazione capillare e che anzi gli epidemiologi abbiano sollevato varie eccezioni, segnalando ad esempio che la vita più sana (migliore alimentazione e meno fumo) e la maggiore attività fisica degli agricoltori (effetto del “lavoratore sano”) rispetto alla popolazione generale garantissero una maggiore protezione dai tumori mascherando gli effetti cancerogeni dei fitofarmaci che invece c’erano. Tale ipotesi scientifica non è certo fuori luogo ma avrebbe dovuto essere esplorata più a fondo da parte degli epidemiologi, predisponendo dei correttori statistici che depurassero da questi eventuali errori. Più in particolare la significatività dell’effetto del “lavoratore sano” dovrebbe emergere in modo lampante dai dati AGRICAN che annoverano analisi su agricoltori utilizzatori e non utilizzatori di fitofarmaci. Infatti supponendo che i due gruppi svolgano la stessa attività fisica e frequentino gli stessi ambienti di lavoro, l’effetto negativo dei fitofarmaci dovrebbe evidenziarsi sul gruppo degli utilizzatori. Ciò tuttavia non si evidenzia, come è possibile cogliere in estrema sintesi dal diagramma in figura 1, per cui a tutt’oggi nessuna analisi permette di sostenere statisticamente l’ipotesi secondo la quale i fattori protettivi degli agricoltori dal cancro sarebbero abbastanza consistenti da mascherare un effetto nefasto dei fitofarmaci.
Non solo non si è tenuto conto di tale assenza di evidenze ma si è anche preteso di conservare intatto il portato dei vecchi lavori retrospettivi, per cui all’opinione pubblica è stato a più riprese ribadito il messaggio secondo cui i fitofarmaci sono cancerogeni fornendo così armi al movimento che propone di bandire l’uso dei fitofarmaci in agricoltura. Inoltre si è continuato a condurre e pubblicare meta-analisi che confermano l’assioma dell’effetto cancerogeno dei fitofarmaci, ribadendo i risultati di studi soggetti a molti bias a scapito di quelli dimostratisi più affidabili.

Figura 1 - Incidenza standardizzata di tumori (tutti i tipi) tra agricoltori e lavoratori agricoli della coorte AGRICAN, suddivisi in base all’uso che fanno di “pesticidi”(gli "utilizzatori di altri pesticidi" sono quelli che usano solo prodotti veterinari o fitofarmaci per il mantenimento di aree incolte). Le barre rosse rappresentano il valore medio, le linee verticali l'intervallo di confidenza del 95%. Gli autori non hanno fatto un'analisi statistica per verificare se le differenze tra queste 3 popolazioni sono significative, ma si noti che gli intervalli di confidenza al 95% (linee verticali) di utenti di pesticidi e non utilizzatori di pesticidi non si sovrappongono il che rende probabile che la maggiore incidenza di tumori riscontrata nei non utilizzatori di pesticidi non sia dovuta al caso!


I tumori alle labbra e alla prostata, il mieloma multiplo e il linfoma non Hodgkin

Questi tumori presentano eccessi significativi nella categoria degli agricoltori, per cui meritano un’analisi più approfondita.

Tumore delle labbra: presso gli agricoltori vi è un’incidenza doppia rispetto alla popolazione in generale. Purtroppo però tale tumore è stato ricompreso nella categoria più generale dei tumori della cavità boccale che sono tipici dei fumatori, il che rende impossibile determinarne gli eccessi di mortalità¹. Comunque sia, analizzando la sola incidenza si dovrebbe concludere che questo è un tumore a cui si dovrebbe prestare molta attenzione se non fosse che esso è stato riscontrato in eccesso in altre categorie quali cantonieri e pescatori, a seguito della loro maggiore esposizione all’UV solare.

Tumore alla prostata: in questo caso siamo in presenza di un’anomalia nel senso che vi è un significativo eccesso d’incidenza negli agricoltori. Tutte da spiegare sono la mortalità significativamente più bassa rispetto a quella della popolazione generale e l’incidenza maggiore negli agricoltori non utilizzatori di fitofarmaci. La spiegazione che si suol dare a quest’ultima discrepanza è che probabilmente i non utilizzatori sono venuti a contatto indirettamente con i pesticidi, il che, commenta Stoop, è un po’ come giocare a testa o croce utilizzando la regola secondo cui “testa vinco io, croce tu perdi”.

Mieloma multiplo: dovrebbe essere il tumore più preoccupante in quanto l’incidenza standardizzata sia in AGRICAN sia in AHS è nettamente superiore a 1 negli utilizzatori di fitofarmaci e inoltre esiste una netta demarcazione tra agricoltori utilizzatori (+49%) e non utilizzatori (-2%). Tuttavia non ci è dato di conoscere il dato della mortalità, in quanto i dati di MM sono aggregati a quelli dei tumori del sistema linfatico e delle cellule sanguigne, dando luogo a una categoria che peraltro in AGRICAN ha una mortalità nettamente inferiore (-17%) rispetto a quella della popolazione generale.

Linfoma non Hodgkin (LNH): nella coorte Agrican LNH mostra un eccesso significativo del 9% fra gli agricoltori nel loro complesso rispetto alla popolazione generale (Lemarchand et al. 2017 – tabella 6). Tuttavia tale eccesso si deve soprattutto nei non utilizzatori di pesticidi (+ 23%, non statisticamente significativo) mentre il livello è del tutto normale negli utilizzatori, il che pone in discussione l’associazione fra LNH e pesticidi.



Lo studio di coorte canadese CanCHEC

In sostanza gli studi di coorte AHS e AGRICAN, pur riferiti a sistemi agricoli sensibilmente diversi fra loro, evidenziano in modo molto coerente una minore incidenza e una minore mortalità per la larga maggioranza dei tumori negli agricoltori rispetto alla popolazione generale.
Un’interessante conferma a tali risultati ci viene dall’analisi statistica dei dati 1991-2010 che vengono dallo studio di coorte canadese CanCHEC (Kachuri et al., 2017) da cui emerge che “il rischio complessivo di cancro è significativamente più basso per uomini e donne impiegati in occupazioni agricole, in rapporto al resto della popolazione attiva.” Al contempo dai dati CanCHEC viene confermato:

  • il maggior rischio di cancro alle labbra e melanoma, che gli autori attribuiscono alla maggiore esposizione all'UV solare dei lavoratori agricoli 
  • il maggior rischio di cancro alla prostata, riguardo al quale gli autori scrivono che l'esposizione ai pesticidi è stata collegata al cancro alla prostata anche se le evidenze rimangono deboli e i fattori di rischio acclarati per il cancro della prostata rimangono l'età, l'etnia e la presenza di casi nella storia familiare
  •  il maggior rischio di linfoma non Hodgkin, circa il quale gli autori non esprimono giudizi.


Conclusioni

In base a quanto scritto si possono trarre le seguenti conclusioni:

  1. Gli studi caso-testimone hanno diffuso il sospetto che l’uso dei fitofarmaci fosse causa di tumore, benché questi studi non fossero adatti a offrire una lettura quantitativa del fenomeno.
  2. Per tentare una lettura quantitativa si è fatto ricorso a studi di coorte i quali hanno mostrato che il rischio di cancro nella categoria degli agricoltori è inferiore o uguale a quello della popolazione generale fatto salvo i casi di tumore alle labbra, mieloma multiplo, prostata, linfoma non Hodgkin. Un caso aperto e meritevole di approfondimenti è quello legato al mieloma multiplo che meriterebbe un approfondimento per confermare o escludere il legame con i fitofarmaci.
  3.  In particolare AGRICAN mostra che non vi è nessun eccesso di incidenza nella categoria degli agricoltori utilizzatori di fitofarmaci rispetto ai non utilizzatori. Eppure, come sottolinea Stoop (2018), si continua a ritenere che gli studi di coorte siano da mondare da influenze che mascherano “l’effetto malefico dei pesticidi”, ma dopo oltre 20 anni dall’attivazione di tali studi nessun passo concreto è stato condotto in tal senso. 
  4. Si continua a indagare l’effetto cancerogeno di singole molecole fitofarmaceutiche facendo ricorso a studi caso-testimone. Il caso più eclatante è quello del Glyphosate che lo IARC ha definito “probabile cancerogeno” sulla base di una metanalisi di 5 ricerche caso-testimone (di cui una poi scartata) contraddette da ben 5 studi di coorte già disponibili e che ci si è rifiutati di prendere in considerazione. Con riferimento a Glyphosate è peraltro utile considerare che: a) l’uso dei soli studi caso-testimone costituisce l’elemento di contrapposizione tra i risultati dello IARC e quelli delle autorità sanitarie dei maggiori paesi e b) fra gli studi di coorte oggi disponibili rientra anche il recentissimo studio portato a termine sulla coorte statunitense AHS da Andreotti et al. (2018), dal quale emerge che gli utilizzatori di Glyphosate non presentano una maggiore incidenza di tumori rispetto ai non utilizzatori. Vale anche la pena rilevare che tutti i dati riferiti alla coorte statunitense e francese citati in questo scritto e nello scritto di Stoop sono stati pubblicati su riviste internazionali e accessibili in internet. Ciò costituisce a nostro avviso una risposta efficace alle accuse di omertà nella divulgazione dei risultati di AGRICAN apparse su siti ambientalistici come ad esempio questo: 
In conclusione dunque gli agricoltori, che in buona parte utilizzano fitofarmaci, sono meno soggetti al rischio di tumore rispetto alla popolazione generale e questo ci pare un punto fermo, il che è molto importante in quanto oggi l’agrochimica costituisce un fattore di produzione costoso ma essenziale per un’agricoltura garante delle sicurezza alimentare globale. Peraltro la riduzione nell’uso del mezzo chimico nelle attività di difesa in agricoltura, auspicabile per ragioni ecologiche ed economiche, passa da una lato attraverso la promozione di tecniche di difesa integrata e dall’altro attraverso la valorizzazione delle tecnologie innovative di miglioramento genetico (OGM inclusi). Malauguratamente il livello di coscienza della collettività rispetto ai problemi aperti e alle possibili soluzioni è oggi molto basso e purtroppo prevale in molti l’idea che si possa fare sic et simpliciter a meno del mezzo chimico, rifugiandosi nei “paradisi artificiali” dell’agricoltura biologica, che alla produttività del tutto insufficiente per garantire sicurezza alimentare associa una serie di ipocrisie sul mezzo chimico, di cui non può neppure essa fare in alcun modo a meno. 



¹I tumori della cavità orale sono conseguenza soprattutto del fumo per cui gli agricoltori, fumando meno della popolazione generale, sono oggetti a una mortalità inferiore sia in USA (-66%) sia in Francia (-49%). 


Bibliografia

Andreotti, G., Koutros, S., Hofmann, J.N., Sandler, D.P., Lubin, J.H., Lynch, C.F., Lerro, C.C., De Roos, A.J., Parks, C.G., Alavanja, M.C., Silverman, D.T., Beane Freeman, L.E. (2018). Glyphosate Use and Cancer Incidence in the Agricultural Health Study. JNCI, 110(5):509-516. Epub 2017 Nov 9 Reperibile in rete al sito https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29136183

Koutros et al., 2010. An Update of Cancer Incidence in the Agricultural Health Study J Occup Environ Med. 2010 November ; 52(11): 1098–1105 Reperibile in rete al sito https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21063187

Lemarchand C. et al., 2017. Cancer incidence in the AGRICAN cohort study (2005-2011),Cancer Epidemiology 49 (2017) 175–185 Reperibile in rete al sito https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28709062

Levêque-Morlais N, Tual S, Clin B, Adjemian A, Baldi I, Lebailly P., 2015. The AGRIculture and CANcer (AGRICAN) cohort study: enrollment and causes of death for the 2005-2009 period, Int Arch Occup Environ Health. 2015 Jan;88(1):61-73. doi: 10.1007/s00420-014-0933-x Reperibile in rete al sito https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24599726

Waggoner JK, Kullman GJ, Henneberger PK et al. 2011. Mortality in the agricultural health study, 1993–2007. Am J Epidemiol 2011;173:71–83. Reperibile in rete al sito https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21084556

Stoop P., 2018 (a). Pesticides et cancers chez les agriculteurs : la fuite en avant vers l’irréfutabilité – première partie, European Scientist. Reperibile in rete al sito
https://www.europeanscientist.com/fr/opinion/pesticides-et-cancers-chez-les-agriculteurs-la-fuite-en-avant-vers-lirrefutabilite-premiere-partie/

Stoop P., 2018 (b). Pesticides et cancers chez les agriculteurs : la fuite en avant vers l’irréfutabilité – deuxière partie, European Scientist - Reperibile in rete al sito
https://www.europeanscientist.com/fr/opinion/pesticides-et-cancers-chez-les-agriculteurs-la-fuite-en-avant-vers-lirrefutabilite-2eme-partie/





Alberto Guidorzi
Agronomo. Diplomato all' Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni presso la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italiana.


Luigi Mariani
Docente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura  di Sant'Angelo Lodigiano. E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.




1 commento:

  1. Grazie per questa vs. utilissima informazione, nella speranza che aiuti a vincere uno dei tanti speculativi "luoghi comuni" che certi ... salvamondo cavalcano con spregiudicatezza.

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